Presentazione del Volume ANTIFASCISMO QUOTIDIANO

25 Settembre 2020 Nessun commento »

Napoli 26 Settembre 2020 ore 10.30

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Giornate del tesseramento 26_27_ settembre_2020_Napoli

25 Aprile: Uniti intorno a “Bella Ciao”

23 Aprile 2020 Nessun commento »

   Per ricordare il 75° anniversario della Liberazione, l’ANPI, in considerazione –soprattutto- del momento drammatico in cui vive il Paese, ha scelto due simboli: un manifesto e una canzone.

   Il manifesto, dono del maestro Ugo Nespolo, ha un’unica parola d’ordine: Rinascere. La canzone è quella della libertà: Bella Ciao.    

   Si sa, i simboli sono importanti. Rappresentano un modello, una guida a cui fare riferimento, un indirizzo, quasi un senso da dare al cammino di ogni uomo. E, particolarmente quest’anno, il 25 aprile deve, perciò, avere più senso, più significato, non solo di memoria ma ancor più di costruzione, di avvenire.

   Oggi, come 75 anni fa, si ha il dovere e la necessità di raccogliere l’addio di chi, sul punto di morte, ha cercato di mandare a chi ancora vive. Un addio rimasto, però, chiuso e perduto nell’animo di chi se ne è andato.

   Settantacinque anni fa fu l’addio di coloro che ci fecero dono della libertà, dei condannati a morte della Resistenza, delle madri private dei figli e le spose dei mariti, di un’intera generazione sacrificata dall’avventura fascista. Oggi è l’addio di chi è stato costretto a varcare la soglia dell’aldilà senza il conforto di una parola, di una mano da stringere, di una lacrima asciugata.

   Settantacinque anni fa quei morti imposero il loro estremo sacrificio sul piano ineludibile della trasformazione dello Stato. Uno Stato che doveva costruirsi sulle direttrici della libertà, della democrazia, della giustizia, dell’unità e dell’eguaglianza.

   Anche i morti di oggi impongono che il loro sacrificio non sia avvenuto invano e gridano che la trasformazione dello Stato debba verificarsi non attraverso un camaleontico continuismo ma con mutamenti effettivamente innovativi e anticipatori.

   I morti di oggi impongono, altresì, di stanare ed abbattere i fascismi (specialmente quelli latenti, che sono i più pericolosi), di sostenere fortemente i rappresentanti delle istituzioni non vocati alla pratica del trasformismo ma capaci di interpretare l’arte della politica (la tèchnè  politikè) come mezzo per garantire il benessere (lo stare bene insieme) della comunità, di reiterare costantemente la fede e il patto di coesione –come durante la Resistenza- tra uomini diversi per ideologie ma uniti per la difesa delle libertà degli uomini.

   Il 25 aprile del 2020 non potrà essere solo ricordo né desiderio di un sogno resistente. Dovrà essere soprattutto consapevole azione, individuale e collettiva, per indirizzare ogni sforzo verso una differente lettura della realtà. Ed in questa realtà ci sono i bambini e gli anziani, gli ammalati e le vittime di femminicidio, gli immigrati e gli emarginati, i morti sul lavoro e i giovani in cerca di un’occupazione. E c’è pure tanta necessità di scuola, tanta Europa unita, tanta ricerca di pace tra i popoli.

   Solo così si potrà dare –rifuggendo da ogni ripetitiva demagogia- valore storico e culturale alla parola Resistenza: opporsi a un’azione, contrastandone l’attuazione e impedendone o limitandone gli effetti, star fermo e saldo in democrazia, contro le mafie, i terrorismi, i razzismi, i fanatismi religiosi, la corruzione, la mala politica.

  Allora l’ANPI, al fine di raccogliere una più sentita partecipazione si è raccolta attorno a un altro simbolo di unità e speranza. Per il 25 aprile 2020 (in un momento di necessario distanziamento sociale) ha lanciato il flashmob “cantiamo tutti Bella ciao dai balconi”. Perché Bella ciao è un canto capace di suscitare emozioni e coinvolgimento; perché Bella ciao, in qualsiasi lingua intonata, riaccende il destino condiviso della passione e della libertà.

   Infatti, anche se quella cantata ai nostri giorni è la riproposizione di un condensato di diversi approcci dialettali e popolari, Bella ciao rappresenta, soprattutto, per le sue infinite quanto naturali contaminazioni, la voce del lavoro dell’Italia del primo Ottocento, il canto dell’amore non corrisposto, della gelosia, della prigionia, della morte per la libertà, della Resistenza.

   Ecco perché, per la ricorrenza del giorno della Liberazione, l’ANPI ha scelto due ben precisi simboli. Perché possa diventare sempre più pressante il dovere di ricordare e far ricordare, di raccontare ciò che successe 75 anni fa (ma anche un secolo fa, un millennio fa o solamente oggi e anche il giorno dopo). Ma, soprattutto, perché possa essere rinvigorita –giorno dopo giorno- la scelta repubblicana fatta dall’Italia: quella di far quadrato intorno alla Costituzione ed ai principi che ne consacrano i valori di democrazia e di antifascismo.

Ciro Raia 

Responsabile Scuola ANPI Napoli

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FUOR DI PIAZZA, MA NON DI CUORE

19 Aprile 2020 Nessun commento »

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ORIENTATI dalla COSTITUZIONE – l’ANPI alle GIORNATE NAZIONALI dei SERVIZI PUBBLICI della FP CGIL

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21 Settembre 2019 Nessun commento »

Una vita al cardiopalma2 ott corteo

Appello

7 Settembre 2019 Nessun commento »

Appello

La Resistenza al nazifascismo fu lotta comune, che unì chi combatté per una convivenza umana fondata sulla libertà, sulla pace e l’amicizia tra i popoli. In tutti i paesi d’Europa questa lotta per l’esistenza poté sostenersi e svilupparsi grazie all’eroismo e all’abnegazione dei combattenti, ma anche grazie al coraggio e allo spirito di sacrificio di quelle popolazioni, che in tutti i modi aiutarono i movimenti partigiani a contrastare la ferocia distruttrice nazista, che mise a ferro e fuoco città e paesi annientando inermi cittadini, uomini, donne, anziani e fanciulli per rappresaglia. Le perdite più significative e dolorose nella Seconda guerra mondiale – circa 25 milioni di persone – le ebbe a subire l`URSS, il cui ruolo storico in questi eventi bellici fu fondamentale per la vittoria e per la liberazione dei popoli dalla schiavitù del fascismo. Per la sola liberazione della Polonia furono circa 600.000 le perdite dell’esercito sovietico. In Ungheria 140.000, così in Cecoslovacchia. In Romania 69.000 ed ancora in Jugoslavia 8.000, 26.000 in Austria, e migliaia in Norvegia, Finlandia ed in altri paesi.

Massacri di massa furono commessi dai nazifascisti in Italia e in tutta l’Europa, occupata dall’esercito tedesco.

La comunanza di sentimenti antifascisti spinse circa cinquemila cittadini sovietici a partecipare alla Resistenza italiana. Un decimo di questi perì in combattimenti o nei lager nazisti insieme a milioni di altri connazionali. Ancora oggi sono in corso le ricerche per scoprire l’identità di questi combattenti sovietici per la libertà e l’indipendenza dell’Italia, di cui esistono a volte solo fotografie con i compagni italiani. Grazie anche all’eroica lotta del movimento partigiano in Italia, in URSS ed in altri paesi europei finalmente venne il tanto atteso, glorioso giorno della Liberazione. A chi fu vittima delle atrocità del nazifascismo, a coloro che soffrirono o morirono con o senz’armi in mano nella lotta contro gli invasori, a chi difese con il sacrificio della propria vita i principi di libertà, di giustizia e di pace deve andare il nostro perenne ricordo e la nostra profonda gratitudine. Nessuno e nulla dovrà essere dimenticato.

Il compito nostro e delle generazioni future è quello di lottare per impedire che possa ripetersi una tragedia come la Seconda guerra mondiale, con la rinascita del fascismo. Di qui l’esigenza di conservare la memoria degli eventi di quel tempo e del ruolo dei nostri popoli nella sconfitta del nazismo, per evitare la distorsione e falsificazione della storia.

È necessario ricordare tutti i liberatori negli eventi commemorativi senza ingiuste e antistoriche esclusioni.

Associazione Massimo Gorki –  ANPI, Comitato Provinciale di Napoli –

Adesione dell’ANPI alla marcia del 4 maggio a Napoli “PRIMAlePERSONE

1 Maggio 2019 Nessun commento »

comunicato stampa anpi adesione manifestazione 4 maggio

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