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3 Febbraio 2017
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13 Giugno 2016
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22 Aprile 2016
25 Aprile 2016
Il 25 aprile del 1945 il popolo italiano, con alla testa le partigiane e i partigiani, liberò l’Italia dalla barbarie nazifascista.
Dopo 71 anni, siamo costretti ancora a discutere di neo-nazifascismo, di violenza, di illegalità e corruzione, di omofobia, di xenofobia, di antisemitismo, di razzismo, di terrorismo e guerre.
Le libertà e le garanzie conquistate sono sempre più sotto gli attacchi del revisionismo e del negazionismo. È a rischio la nostra Costituzione nata dalla Resistenza e dalle lotta antifascista. Sono a rischio il nostro pensiero, le scuole e le università pubbliche, i diritti sindacali, lo stato sociale e l’avvenire dei giovani.
Oggi, più che mai, dobbiamo ribadire che è necessario resistere e lottare per costruire una società più giusta in un mondo di pace.
Il nostro motto deve sempre essere :
Contro l’illegalità e la violenza con gli ideali della Resistenza
Hanno già sottoscritto l’appello dell’ Associazione Nazionale Partigiani d’Italia Comitato Prov.le di Napoli:
Comune di Napoli,
Città Metropolitana di Napoli,
L’Istituto Campano per la Storia della Resistenza dell’Antifascismo e dell’Età Contemporanea “Vera Lombardi”,
Associazione ARCI,
Ex OPG Occupato – Je so’ pazzo,
Insurgencia,
Associazione Culturale “Maddalena Cerasuolo”,
Centro di Promozione Culturale INSIEME-AFRAGOLA E CASORIA
Gruppo antimilitarista “…e la caserma crollò”,
Associazione culturale “Lidia Menapace, Culture e Memorie”,
CGIL Camera del Lavoro Metropolitana di Napoli,
Giosué Di Maro – Segretario Regionale FP CGIL Medici e Dirigenza SSN,
Pietro Maffione,
Maria Vitolo – Segretario Regionale Filcams CGIL Campania-Napoli,
Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie,
Alex Zanotelli,
Felicetta Parisi.
Puoi sottoscrivere l’appello inviando una mail a anpi.provinciale.napoli@gmail.com
Le proposte di riforma costituzionale ed elettorale:
l’Anpi lancia l’allarme
Pubblichiamo qui di seguito il documento-manifesto del 29 aprile approvato dal Comitato nazionale dell’Anpi.
Il Comitato nazionale dell’ANPI rileva che:
– l’indirizzo che si sta assumendo nella politica governativa in tema di riforme e di politica istituzionale non appare corrispondente a quella che dovrebbe essere la normalità democratica;
– si sta privilegiando il tema della governabilità (pur rilevante) rispetto a quello della rappresentanza (che è di fondamentale e imprescindibile importanza);
– si continua nel cammino – anomalo – già intrapreso da tempo, per cui è il Governo che assume l’iniziativa in tema di riforme costituzionali e pretende di dettare indirizzi e tempi al Parlamento;
– un rinnovamento della politica e delle istituzioni è essenziale per il nostro Paese, come già rilevato nel documento dell’ANPI del 12 marzo 2014;
– sono certamente necessari aggiustamenti anche del sistema parlamentare, così come definito dalla Costituzione, rispettando peraltro non solo la linea fondamentale perseguita dal legislatore costituente, ma anche le esigenze di centralità del Parlamento, della rappresentanza dei cittadini, del controllo sull’attività dell’Esecutivo, delle aziende e degli enti pubblici, in ogni loro forma e manifestazione;
– in questo contesto, è giusto superare innanzitutto il cosiddetto bicameralismo “perfetto”, fondato su un identico lavoro delle due Camere e quindi, alla lunga, foriero anche di lungaggini e difficoltà del procedimento legislativo; ma occorre farlo mantenendo appieno la sovranità popolare, così come espressa fin dall’art. 1 della Costituzione e garantendo una rappresentanza vera ed effettiva dei cittadini, nelle forme più dirette;
– il Senato, dunque, non va “abolito”, così come non va eliminata l’elezione da parte dei cittadini della parte maggiore dei suoi componenti; possono essere individuate anche forme di rappresentanza di altri interessi, nel Senato, come quelli delle autonomie locali, della cultura, dei saperi, della scienza; ma in forme tali da non alterare il delicato equilibrio delle funzioni e della rappresentanza;
– la maggior parte dell’attività legislativa può ben essere assegnata alla Camera, così come il voto di fiducia al Governo; ma individuando nel contempo forme di partecipazione e tipi di intervento da parte del Senato, così come previsto in molti dei modelli già esistenti in altri Paesi;
– in nessun modo il Senato può essere escluso da alcune leggi di carattere istituzionale, nonché dalla partecipazione alla formazione del bilancio, che è lo strumento fondamentale e politico dell’azione istituzionale e dei suoi indirizzi anche con riferimento alle attività di Autonomia e Regioni;
– tutto questo può essere realizzato agevolmente, anche con una consistente riduzione di spese, non solo unificando la gran parte dei servizi delle due Camere, ma anche riducendo il numero dei parlamentari, sia della Camera che del Senato, vista l’opportunità offerta dalla differenziazione delle funzioni;
– bisogna anche dire che concentrare tutti i poteri su una sola Camera, per di più composta anche col premio di maggioranza, lasciando altri compiti minori ad un organismo non elettivo, con una composizione spuria e fortemente discutibile ed obiettivi e funzioni altrettanto oscure, non appare rispondente affatto al disegno costituzionale, dotato di una sua intima coerenza proprio perché fatto di poteri e contropoteri e di equilibri estremamente delicati; un disegno che in qualche aspetto può – e deve – essere aggiornato, ma non fino al punto di stravolgere quello originario.
Queste sembrano, all’ANPI, le linee fondamentali di un cambiamento democratico delle istituzioni, che esalti il ruolo del Parlamento, rafforzi la rappresentanza dei cittadini in tutte le sue espressioni, ed assegni ad ognuna di esse il ruolo che le compete secondo gli orientamenti generali della Carta Costituzionale e le esigenze della democrazia, da perseguire con economicità di spesa ed efficienza dei risultati.
Appare, altresì, pacifico che deve essere riformato il titolo V della Costituzione, procedendo ad una più razionale ripartizione delle competenze tra Stato e Regioni, che elimini ragioni di conflitto e consenta agli organi centrali dello Stato di esprimere una legislazione di pieno indirizzo su materie fondamentali per tutto il territorio; definisca compiutamente e definitivamente il ruolo delle Regioni, a loro volta bisognose di riforme sulla base dell’esperienza realizzata dal 1970 ad oggi, che spesso le ha viste diventare altri organismi di centralizzazione dei poteri e le riconduca a funzioni di indirizzo e controllo e non di gestione; nonché precisi in modo conclusivo tutta la materia delle Province e degli enti intermedi, finora risolta con provvedimenti parziali che non sembrano corrispondere ad esigenze di effettiva razionalità e di contenimento delle spese.
Tutto questo richiederà tempi più adeguati, escluderà la fretta, rispondente, piuttosto che ad esigenze razionali, ad altro tipo di logiche; ma dovrà essere affrontato senza tergiversazioni e senza inopinati stravolgimenti dei metodi e degli stessi contenuti. Se è giusto porre rimedio ad alcune incongruenze strutturali rivelate dall’esperienza, l’obiettivo deve essere quello di farlo con saggezza e ponderazione, ed anche con le competenze necessarie, sempre preferibili alla improvvisazione ed all’incoerenza di una fretta dettata da ragioni molto lontane dal rispetto con cui si devono affrontare serie riforme costituzionali.
Ci sono, sul tappeto, diverse proposte; altre sono fornite dall’esperienza giuridica e politica di altri Paesi; le si esamini senza pregiudizi e insofferenze ed ascoltando pareri e proposte che possono contribuire al miglior esito delle riforme.
E si approfitti dell’occasione per un ripensamento della legge elettorale, che così come approvata da un ramo del Parlamento, non risponde alle esigenze di una vera rappresentanza e di democrazia e soprattutto contraddice, oltre alle attese di gran parte dei cittadini, le stesse indicazioni della Corte Costituzionale.
Infine, l’occasione non appare idonea per raccogliere l’antica esigenza, manifestata da altri Governi e sempre respinta, di un rafforzamento dell’esecutivo e del suo Presidente, che vada a scapito della funzione e del ruolo del Parlamento, al quale il Governo può indicare priorità, come è suo diritto, ma non imporre scadenze e calendari privilegiati rispetto a qualunque autonoma iniziativa del Parlamento.
Su tutti questi temi, l’ANPI è pronta a discutere e confrontarsi, ma prima di ogni altra cosa, intende informare i cittadini, perché sappiano qual è la reale posta in gioco e capiscano che questa Associazione, che si rifà a valori fondamentali e in essi trova la sua forza e la sua autorevolezza, intende esercitare non solo la sua funzione critica, ma anche la sua capacità propositiva, nel rispetto assoluto del suo ruolo e della sua autonomia.
Quando si tratta di difendere valori che si richiamano alla Costituzione ed alla democrazia, oltreché ai diritti di fondo in cui si esprime la sovranità popolare, l’ANPI non può che essere in campo, non per conservare, ma per innovare, restando però sempre ancorata ai valori ed ai princìpi della Costituzione.
Questa non è l’ora della obbedienza ai diktat, ma è quella della mobilitazione, a cui chiamiamo tutti i cittadini, per fare ciò che occorre con la dovuta ponderazione e col rispetto e la salvaguardia degli interessi fondamentali dei cittadini, che certo aspirano ad un rinnovamento, ma in un contesto equilibrato e democratico, corrispondente alle linee coerenti e chiaramente definite dalla Costituzione repubblicana.
PER NON DIMENTICARE E MANTENERE VIVA LA MEMORIA DELLA SHOA
Lunedì 28 Gennaio 2013 – ore 17,00
presso la sede dell’ANPI NAPOLI
Porticato Galleria Principe di Napoli, 9 – Napoli
ASSEMBLEA PUBBLICA
parteciperanno:
Guido D’Agostino
Presidente Istituto Campano per la Storia della Resistenza
Antonello Sannino
Presidente Arci gay Napoli
Roberto Modiano
Comunità Ebraica di Napoli
Opera Nomadi
Un rappresentante
Luigi Marino
Coordinatore regionale ANPI
Presiede: Antonio Amoretti
Presidente ANPI Napoli
Manifestazioni per le Quattro Giornate di Napoli
L’Anpi di Napoli, in occasione delle manifestazioni in onore delle Quattro Giornate di Napoli, invita i propri iscritti, i democratici e antifascisti tutti, a partecipare.
Venerdi 28 Settembre
Ore 10,30 Omaggio al Mausoleo di Posillipo, con il Presidente della Regione Campania, il Sindaco di Napoli, il Presidente della Provincia di Napoli.
Ore 10,45 piazza della Borsa posa corona alla lapide dei marinari trucidati da soldati dell’esercito nazista.
Ore 11,00 piazza della Carità. Posa Corona con le Autorità Comunali e Regionali e Provinciali al Monumento a Salvo D’Acquisto.l
Ore 11, 15 In vico Paradiso a Montecalvario, (traversa via P.Scura) posa di una corona a lapide di caduti delle Quattro Giornate di Napoli, con Il Presidente della Seconda Municipalità dott. F. Chirico, il Presidente della commissione cultura dott. G. De Vincentiis e il Consiglio Municipale.
Sabato 29 settembre
Ore 9,30: Istituto Superiore Pimentel Fonseca. Proiezione film: Le Quattro giornate di Napoli, di Nanni Loy
Domenica 30 settembre
Ore 12,00: Cerimonia sul Ponte Maddalena Cerasuolo ( già della Sanità)con posa di corona in onore dei combattenti.
Lunedì 1 Ottobre
Ore 10,00: Cerimonia presso Sala Coniglio Seconda Municipalità in Piazza Dante su: Le Quattro Giornate di Napoli , memoria e futuro.
Martedì 2 Ottobre
Ore 9,00: Storico corteo dal Liceo Sannazzaro di Via Puccini alla scuola Elementare Vanvitelli in via Luca Giordano al Vomero. Interverranno: A. Amoretti Presidente dall’Anpi Napoli, il Prof G. D’Agostino Presidente dell’ Istituto Campano per la Storia della Resistenza, e il dott. M. Coppeto , Presidente della Quinta Municipalità Vomero Arenella.
L’ANPI di Napoli